I cervelli in fuga sono tanti. Si narra che ogni anno l’Italia perda più o meno 10 mila “dottori”. D’altronde si sa che la situazione lavorativa nel Bel Paese non è idilliaca. Nel 2017 si parlava di disoccupazione giovanile ad un 35% di media nazionale, con picchi al Sud del 50%.
Per questo motivo, tanti Italiani, giovani e non, hanno deciso di intraprendere la fortuna all’estero. Partire, muniti di tanta voglia e a volte anche con il cervello, cercando lavoro.
Ma Chi Sono I Cervelli In Fuga Nostrani?
Fare di tutta l’erba un fascio è sbagliato, si sa. I “dottori” che emigrano però sono una piccola parte dei cervelli Italici che arrivano all’estero. Molti altri, specialmente quelli non riportati dalle testate nazionali, sono anche giovani che non hanno un minimo di esperienza o spirito di adattamento.
Ma allora perchè lasciare la “casa di mammà” e andare a provare la fortuna all’estero?
Noi, questi Italiani, non li vogliamo chiamare cervelli in fuga, anche perché così si insulta quei poveretti che hanno passato pene dell’inferno per laurearsi. Noi li vogliamo chiamare Improbabili All’Estero.
Le caratteristiche degli Improbabili All’Estero sono le seguenti:
- Non saper parlare bene l’Italiano
- Non avere voglia di imparare la lingua locale
- Cercare costantemente di fottere la nazione ospitante
- Lamentarsi degli Italiani stronzi che danno lavoro in nero
- Lavorare esclusivamente per Italiani che li assumono in nero
- Fare richieste assurde
Per questo motivo, abbiamo raccolto 10 richieste di lavoro improbabili che sono state fatte nel 2018 e postate sulla nostra pagina Facebook.
Lavori Improbabili
E voi che lavoro improbabile fate all’estero?
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